Gli Amici del tennis: Maurizio & Simone Andrea Ganz, il gol nel sangue admin Giugno 7, 2016

Gli Amici del tennis: Maurizio & Simone Andrea Ganz, il gol nel sangue

Ma quanti sono, i Ganz? Tantissimi, e tutti col sorriso nel Dna. Si dice che quella dell’Accademia sia una grande famiglia, Maurizio Ganz lo conferma e risponde alla sfida nel vero senso della parola. «Sono qui a Cividino con la famiglia al completo, da mio papà ai miei figli. D’altronde qui ci sente a casa, questa è proprio una grande famiglia», esordisce l’indimenticato bomber del calcio italiano, gol ed emozioni distillate lungo l’intero Stivale. «E poi torno da vincitore», aggiunge sornione, conscio del talento per la racchetta e degli ottimi risultati raccolti in coppia con papà Ettore. Perché nel 2007 il trofeo di doppio è andato proprio ai Ganz, e la voglia di aggiornare la bacheca è parecchia.
Ettore, Maurizio e pure Simone Andrea. L’erede sul campo, la giovane punta pronta a spiccare il volo, il talento in erba. Glielo nomini, e a Maurizio s’illuminano gli occhi: «Mio figlio ha grandi qualità. Ha delle caratteristiche tecniche e tattiche completamente diverse dalle mie, lui è un giocatore moderno, ma ci assomigliamo nel fiuto per il gol. E questo, per un attaccante, è ciò che conta». Già, i gol: nella stagione appena conclusa, vissuta con addosso la casacca del Como in Serie B, Simone Andrea (classe ’93, cresciuto nel Milan) ne ha incasellati 16, bilancio più che positivo che lo hanno consacrato nel calcio che conta. Un quadriennale con la Juventus appena firmato, un altro anno di gavetta alle porte, poi un futuro tutto da scrivere.
E se le strade del pallone lo portassero a Bergamo? Lui si rifugia dietro un diplomatico «chissà», papà Maurizio (che proprio in questi giorni è diventato allenatore della Bustese Roncalli, club milanese di Serie D) invece lancia un sassolino dolcissimo per una piazza a cui è sempre legato: «Un attaccante, per essere grande, deve passare dall’Atalanta. I nerazzurri però hanno appena comprato Petagna, è un giocatore con grandi mezzi, qui farà bene. Mi ricorda Borriello, la Serie A la conosce già perché ha già assaggiato questo palcoscenico alla Sampdoria. Poi c’è Pinilla, uno che fa sempre i suoi gol, e li fa sempre in modo spettacolare».
Bergamo e Ganz, Ganz e Bergamo, una storia vissuta a più riprese (tre stagioni tra 1992 e 1995, poi il ritorno nel campionato 2000/01; in mezzo, soddisfazioni ovunque, con tanto di esperienze con Inter e Milan), un filo nerazzurro che s’intreccia sempre: «L’Atalanta può far bene e spero che la stagione che tra poco si aprirà le dia delle soddisfazioni: sono sempre legato a questa città, a questa maglia, a questi colori». E se buon sangue non mente…