Grumello del Monte è a pochi passi, Cividino è tappa d’obbligo. Daniele Capelli e il Tennis 2017, una storia che vuol dire amicizia, Bergamo, soprattutto casa. C’è anche il «Muro di Grumello», difensore cresciuto con l’Atalanta cucita sulla pelle, tra maglia e cuore, a impugnare la racchetta per la solidarietà rispondendo alla chiamata dell’Accademia dello Sport: «Abito qui vicino, la stagione è finita da poco: due tiri a tennis si fanno volentieri, soprattutto in questo clima di amicizia – è il sorriso di Capelli, classe 1986, all’Atalanta dalle giovanili sino all’affermazione in Prima squadra -. Questo è uno sport stupendo, lo pratico sempre volentieri: se poi si gioca per la solidarietà, è tutto ancor più bello».
«Il campionato dell’Atalanta? Non posso che provare orgoglio, perché è la squadra della nostra città». I colori nerazzurri scorrono nel sangue di Daniele Capelli, anche oggi che è a Cesena e ha appena chiuso la sua quarta annata in terra di Romagna: «Vedere un gruppo così giovane, con tanti ragazzi del vivaio, da cui nessuno si aspettava una simile affermazione, ci rende profondamente fieri». Dodici mesi fa, Capelli concludeva un campionato giocato insieme a Mattia Caldara, oggi rivelazione straordinaria della Serie A: «Sono sincero: le qualità si vedevano, si capiva che era un giocatore di grande prospettiva, ma onestamente Mattia ha bruciato le tappe – riflette il quasi 31enne, che in curriculum vanta anche trascorsi con Arezzo e Reggina -. Sono pochi i giocatori che hanno avuto un salto di qualità così ampio in così poco tempo: si merita tutto ciò che ha avuto, perché oltre alle qualità del giocatore ci sono anche le qualità del ragazzo. Ama questo lavoro in un modo che in pochi, alla sua età, fanno, dando il massimo in ogni momento: risultati ne sta ottenendo e altri ne otterrà ancora. Gli auguro il meglio, perché se lo merita, davvero».
Ora, una prossima stagione dal profumo di coppa: «Non ho mai visto l’Atalanta in Europa, per noi è un onore tornare in questa competizione, da tifoso la seguirò sicuramente – racconta Capelli, 130 presenze ufficiali in nerazzurro -. Vedere tanti ragazzi che conosco giocare ancora nell’Atalanta e far così bene mi rende ancora orgoglioso». Ma con i ritiri prima di Bellini e poi di Raimondi, chi può essere il «capitan futuro» nerazzurro, cioè bergamasco e atalantino fin nel midollo? «Ci sono tanti ragazzi bergamaschi che vivono l’Atalanta con grande passione. Caldara poteva essere uno di questi, ma di fronte s’è trovato la chiamata della vita, era impossibile dire di no. Sono ragazzi che hanno fatto talmente bene che i top club li hanno presi subito, come anche per Gagliardini. Ma mi dicono che ci sia già un’altra grande leva pronta, quella dei ’99: auguro a tutti di andare al massimo delle proprie possibilità, ma certo da bergamasco sarei orgoglioso se un ragazzo bergamasco ripercorresse le orme di Bellini. Auguro a qualcuno di loro di avere meno visibilità, ma ripercorrere ciò che ha fatto il Bello, una cosa unica, la storia».