Gli Amici del Torneo: Tullio Gritti, un «supplente» d’eccezione admin Gennaio 24, 2017

Gli Amici del Torneo: Tullio Gritti, un «supplente» d’eccezione

C’è un pezzetto di Bergamo nel passato, quello sul campo e quello del cuore, e ce ne è un altro nel presente, fatto di sorrisi seduto su una panchina. Quasi sempre da vice, ma a volte pure da «titolare». Storia di Tullio Gritti, braccio destro di Gian Piero Gasperini, allenatore in seconda dell’Atalanta, a volte «supplente» d’eccezione. Come la scorsa domenica, contro la Sampdoria: è arrivata una vittoria nerazzurra, proprio come a Pescara, nella prima occasione atalantina in cui prese il posto il tecnico di Grugliasco, squalificato. «Diciamo che devo semplicemente sostituire l’allenatore in questi casi, e che tutto è già preparato e programmato in settimana. Quello che ha a leva del comando è il mister, io eseguo ciò che c’è da fare durante la partita, anche attraverso qualche piccione viaggiatore. Magari sono anche fortunato, e in questo ambiente la cosa non guasta», sorride Gritti, amico della nostra associazione.

Per lui, classe ’58, originario di Basiano (nel Milanese), Bergamo è una città speciale. Un luogo che frequentava da ragazzo, ma anche una terra in cui è passato con gli scarpini addosso: la sua avventura da bomber è iniziata col Caravaggio, prima di spiccare il volo verso una carriera suggellata dalle avventure – tra le altre – con Brescia, Torino e Verona. «Com’è stato il ritorno in città? Ottimo: non ricordavo una città così bella, così vivibile. Era tanto che non la vedevo più, mancavo da quando ero ragazzo: sono rimasto di stucco, una città fantastica, dove si sta benissimo, con una gente fantastica. Per vivere, uno dei posti migliori». Domanda dal coefficiente alto: nella stagione favolosa dell’Atalanta, chi è il protagonista che più ha stupito? «Veramente difficile dirlo – ragiona Gritti –. Pensando al primo giorno di ritiro e pensando a dove si è arrivati alla sosta, in tutti si sono notati miglioramenti incredibili. Hanno preso coscienza delle proprie qualità e della propria forza, delle proprie qualità tecniche e fisiche, della personalità: sono tutti diventati giocatori già importanti, non è un caso che tutti ne parlino».

G&G, Gasperini&Gritti, un binomio lungo più di dieci anni. Viaggio alle origini, anno 2006: «Il mister arrivò al Genoa in Serie B prendendo il posto di Vavassori, con cui avevo lavorato nella stagione precedente – riavvolge il nastro Gritti –. Durante il ritiro di quell’estate, la squadra aveva una rosa molto numerosa, e alcuni giocatori svolsero un ritiro differenziato: li seguivo io, allenavo questa decina di giocatori, pur condividendo le stesse strutture dei ragazzi agli ordini di Gasperini. In quelle settimane di preparazione dunque ci conoscemmo: finito quel periodo, il mister chiese alla società di tenermi nel suo staff, e da lì è iniziata l’avventura. Il segreto di un buon viceallenatore? Questo è un ruolo che per la maggior parte del tempo deve svolgersi nell’ombra. Ero sui giornali quando giocavo, ora questo non m’importa: mi interessa aiutare il mister, farlo nel modo migliore possibile».

Chiusura col gol più bello, quello dell’impegno in favore degli altri. E l’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo non smette di segnare, perché ormai si è centrato il traguardo del milione e centocinquantamila euro donati in beneficenza: «Quando si è in posizioni come le nostre, è un obbligo far del bene per chi non ha la nostra fortuna. Penso ai tanti sportivi che si impegnano, soprattutto a quelli che si impegnano e non lo fanno sapere, che lo fanno lontano dai riflettori», è la riflessione di Gritti. «Un doppio col Gasp? È quasi una certezza». Appuntamento al prossimo torneo di tennis, allora.