Lo snowboarder e il fondista fanno il bilancio della stagione azzurra e riflettono sulla crisi climatica. L’ex capitano parla della sua nuova vita da allenatore dell’Under 17
Ancora sole sulla Cittadella dello Sport di Bergamo, con l’estate che non tarda a farsi sentire, ma al Torneo di Tennis organizzato dall’Accademia dello Sport per la Solidarietà si parla già di neve e sport invernali, in compagnia di Cesare Pisoni e Renato Pasini, ormai affezionati all’evento solidale.
Il primo argomento della serata, tra un match e l’altro, è lo snowboard: «Nonostante il periodo, non semplice dal momento che stiamo già ripartendo in vista del prossimo inverno – sono le parole di Cesare Pisoni prima di entrare sulla terra rossa -, è sempre un piacere essere qui insieme a tanti cari amici come Sergio Bonaldi e Renato Pasini». Lo snowboarder manifesta soddisfazione riguardo alla stagione azzurra da poco conclusa: «Il bilancio è positivo, in quanto nonostante i problemi di Michela abbiamo portato a casa vari titoli: Aaron March e Nadya Ochner ci hanno resi Campioni del Mondo nel parallelo a squadre, mentre Omar Visintin ha vinto il bronzo nello snowboard cross, senza dimenticare Roland Fischnaller, che alla veneranda età di quasi 43 anni ha vinto la sua settima Coppa del Mondo nel gigante parallelo. I primi di giugno saliremo allo Stelvio. Il mese di maggio ha rimpolpato di neve i nostri ghiacciai rispetto agli anni recenti».
Pisoni teme tuttavia l’impatto del cambiamento climatico: «Negli anni ottanta c’erano una sessantina di località per lo sci estivo, mentre ad oggi ne sono rimaste tre o quattro. L’anno scorso solo Saas-Fee ha tenuto gli impianti aperti tutta estate. La situazione non è facile: i ghiacciai danno sempre meno garanzie, con estati calde con sbalzi incredibili e tutta la neve fa presto a scomparire. L’anno scorso la chiusura dello Stelvio per due mesi ci ha rallentato. Con le squadre principali andremo in Sud America, ma cercheremo di evitare grandi spostamenti, anche per mantenere i costi. Con le altre squadre invece andremo a Zermatt, che ospita uno degli ultimi ghiacciai».
Amico di Pisoni, solo per oggi avversario sul campo, è Renato Pasini: «Vengo sempre volentieri al torneo e, anche se domani parto per il primo raduno con la squadra, ne vale la pena. Qualche anno fa ero stato anche premiato, quindi sono rimasto legato all’Accademia». Sulla stagione Pisani elogia Pellegrino: «ha fatto un grande salto di qualità, soprattutto nelle gare distance. È già over 30, ma può arrivare competitivo anche a Milano Cortina. Ci sono giovani emergenti che promettono bene, come Mocellini, che ha dimostrato di essere uno sprinter di livello, è giovane e può migliorare molto, ma abbiamo anche gente portata per le gare distance. Nelle categorie femminili facciamo fatica, forse per il peso dei fasti di Belmondo, Paruzzi, Follis, Longa. Oggi ci manca una leader donna, abbiamo però un bel gruppo e la fiducia c’è». Anche Pasini scambia due battute sulla carenza di neve: «Da bambino a Gromo sciavamo nei prati del paese, oggi fatichiamo ad avere la pista di Spiazzi. La neve artificiale può salvare lo sci alpino, ma solo nei posti più freddi salva il fondo».
La quota nerazzurra non manca nemmeno nella quinta serata, con il ritorno di un affezionato del torneo, Gianpaolo Bellini, da capitano a mister della squadra under 17 atalantina (che ha superato il secondo turno dei playoff): «Sono contento di questa mia prima stagione da allenatore, anche se non è ancora finita. L’obiettivo è il miglioramento dei ragazzi come uomini e come calciatori, non il risultato. Tuttavia, abbiamo raggiunto le fasi finali ed è giusto che i ragazzi capiscano che anche i risultati contano e che sono il prodotto delle loro prestazioni. Dell’allenare mi piace la quotidianità, stare in campo coi ragazzi, vederli crescere tra errori e passaggi a vuoto. Di certo non ho un futuro nel tennis e nel padel – dice con un sorriso -, ma alla chiamata di Giovanni Licini dico sempre di sì».
Il capitano nerazzurro spende infine qualche parola sulla Serie A e sulla sua Dea: «È bello che ci sia competizione fino all’ultima giornata, perché il calcio è spettacolo. L’Atalanta si è confermata nonostante le vicissitudini di quest’anno e grande merito va dato al mister, alla società e ai giocatori. Lo stesso Gasperini qualche giorno fa ha detto che il piazzamento di quest’anno vale forse anche di più di quanto si è fatto in passato. Gasp ha introdotto in Italia un calcio meno di attesa e più dinamico, fatto di duelli. La sua mentalità nel giocare a viso aperto e giocarsela sempre con tutti va trasmessa ai ragazzi. Il calcio del presente e del futuro è questo, anche se la base resta sempre la tecnica».